Cast

Ed ecco chi siamo, direttamente a voi dalle pagine del romanzo...




CRISTIAN GREI

Sì, io sono Cristian Grei. Il mio nome è pericolosamente simile a quello del protagonista della sua infuocata trilogia, il Principe Azzurro colorato di una scala di grigi diventato il sogno erotico di milioni di donne in tutto il pianeta.
E questo è Male. Perché io sto all’originale Christian Grey come una mangusta gialla sta al Re Leone. Nomen omen, dicevano i latini. Be’, si sbagliavano di grosso.
Forse sarà in quella «h» mancante o per la «i» al posto della «y», ma di sicuro nel mio nome non è racchiuso un destino di grande amatore. Anzi.
Appena scoprono come mi chiamo le ragazze mi credono in grado di ribaltarle come il sacco dell’aspirapolvere, e invece la cosa più violenta che ho fatto a letto è stata cadere di testa mentre cercavo di togliermi le mutande. L’unica volta in cui ho colpito il sedere di una ragazza è stato a tredici anni sul calcinculo al luna park, e se mi vedete con una frusta in mano è solo perché sto facendo lo zabaione dato che al mattino ho la pressione bassa.
Ma le ragazze questo non lo capiscono, e appena sanno il mio nome pensano ai giochi più improbabili da fare con me, mentre io, per quanto mi sforzi, riesco solo a pensare a quelli della Play.






ANTONELLA STASI (TONY)

Ha sempre voglia di scherzare, Antonella Stasi, che io chiamo «Little Tony» per via del suo formato tascabile. Capelli cioccolato, occhi nocciola, è la dolcezza fatta persona. Ama gli animali, odia il radicchio e la violenza, e potrebbe compiere vere e proprie follie per i Leibnitz, gli introvabili biscotti-monadi solitarie che credo ormai mangi solo lei al mondo.
Il suo accento americano le conferisce un fascino tutto suo, oltre a essere parecchio divertente. Quando parla in italiano sembra Robert De Niro. Però questo non diteglielo: non gradirebbe.
Oltre a essere la mia migliore amica da quattro anni, Tony è anche un medico coscienzioso e brillante, il che me la fa apprezzare ancora di più, se possibile. Insomma, sapere che posso chiamarla in qualsiasi momento, come un numero salvavita, è incredibilmente rassicurante per uno come me che soffre di reflusso gastroesofageo e di asma bronchiale una notte sì e l’altra pure. Perché Tony c’è sempre. Per giocare, per chiacchierare, per confortare, per scherzare. Se penso a lei, penso a casa. Averla accanto è come starsene accoccolati al calduccio sotto il piumone mentre fuori piove.






LAURA NARDI

«Comunque ciao, sono Laura, una vecchia amica di Cesare.» La voce di Bella Bionda mi distoglie dai ricordi. Mi rimetto il cellulare in tasca, faccio un respiro profondo e provo a cimentarmi nella conversazione.
«Ah, ciao. Mi chiamo Cristian.»
«Allora, vieni spesso qui?» mi domanda, con un accento chiuso, forse del Nord.
«Abbastanza…»
Bella Bionda mi scruta interessata, poi sorride soddisfatta come se quello che sta guardando le piacesse proprio tanto.
«Ehi, Lauretta!» Lei si volta al richiamo di Cesare. «Hai già conosciuto il mio amico Grei?»
In un istante, Bella Bionda torna a guardarmi con un’espressione tra il deluso e il risentito. «Sei gay?»
«Non gay! Grei!»preciso.
Ed eccolo, quello sguardo. «Grei?» grida. «Ti chiami davvero CRISTIAN GREI?» mi domanda con una nuova luce negli occhi, un misto di incredulità e bramosia.
«Sì, ma Cristian senza “h”» mi affretto a precisare. Tanto è inutile, perché Laura è già salita sul treno per la Città del Piacere.



CESARE CAPITANI

«Ehi, Grei!» Cesare, dall’altra parte del bancone, mi si avvicina disinvolto come sempre, passando una mano nella sua scintillante criniera bionda. «Come va? Mi sembri in forma!»
D’istinto vorrei esibirmi in un simpatico gesto apotropaico, ma mi trattengo per pubblica decenza. Non so proprio come possa trovarmi in forma.
«Macché, sono distrutto!» sospiro.
«Per forza, ti ammazzi di lavoro!» dice, porgendomi la tazzina.
«Ah-ah… Divertente.»
Da quando l’ho conosciuto, quattro anni fa, Cesare non perde mai l’occasione di fare dell’ironia sulla mia professione.



BO YANG

I tratti orientali del suo viso d’alabastro risaltano sublimi sulla cornice corvina di lunghi capelli di seta. Indossa un paio di jeans aderenti, e una maglietta bianca striminzita mette in risalto un seno così degno di nota che per un istante dimentico anche il mal di schiena.
Seduta al tavolo da giardino fuma svogliatamente una sigaretta, ed è davvero affascinante questo suo modo sfacciato di sfidare la morte. Una scossa elettrica mi attraversa la spina dorsale, ma sono certo che non è per la botta di prima. Questo, signore e signori, è un colpo di fulmine in piena regola.
«Cominciamo bene…» bofonchia mio padre alle mie spalle appena vede questa dea cinese materializzatasi di fronte a noi.
«Buona sera» ci saluta gentile, alzandosi in piedi.
«Buona sera.» La mia voce trasuda nervosisimo.
«Cicci, vieni! Sono arrivati!» grida lei verso la porta della villetta, da cui un istante dopo esce un ragazzo che credo che per mestiere faccia la controfigura di Rambo.
Anche se è visibilmente italiano, io prego lo stesso che Cicci sia suo fratello.


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